San Nicolò Inferiore, Modica

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NomeCittàComuneProvinciaCoordinateIndirizzo
 San Nicolò InferioreModicaModicaRagusa 36°51’35″’ N 14°45’40″EVia Clemente Grimaldi, 49

DESCRIZIONE

La chiesa di San Nicolò Inferiore, casualmente scoperta nel 1987, è ubicata al di fuori della cerchia urbana delle mura, lungo uno dei percorsi che dalla parte alta della città conducono verso il fondo valle. L’edificio originario, ricavato nella roccia, consta di un’unica aula, la cui profondità non è ricostruibile in quanto occupata nella parte anteriore da un corpo di fabbrica seicentesco utilizzato a scopo di culto. La navata oggi tronca sfocia in un’abside semicircolare sopraelevata a circa 50 cm dal restante piano di calpestio. In corrispondenza dell’arco a sesto ribassato che delimita l’area presbiteriale restano gli incassi di una trave lignea, forse in origine associata a bassi plutei o ad un velario che lasciava la parte superiore scoperta per consentire l’ingresso della luce. Due coppie di pilastri in muratura risalgono a due diversi interventi di consolidamento statico della volta piana ricavata nel banco calcareo, sopra il quale insistono alcune abitazioni ottocentesche.Al riassetto seicentesco della chiesa, parrocchia fino al 1577, risale anche l’escavazione della nicchia rettangolare oggi visibile a destra dell’abside.

La chiesa, documentata nel 1308-1310, sarebbe stata denominata San Nicolò Inferiore per distinguerla dalla coeva chiesa di San Nicola de Platea sita alle spalle del Castello nella parte alta della città.
Una decorazione pittorica su più strati interessa l’abside e si apprezza variamente sulle pareti dell’ambiente. Lo strato meglio conservato risale verosimilmente agli inizi del XIV secolo e presenta al centro il Cristo in mandorla tra quattro angeli e ai lati una serie di pannelli con figure di santi: San Pietro, un santo imberbe generalmente identificato con San Vito, un santo monaco, che potrebbe essere Antonio Abate, la Madonna col Bambino, l’Arcangelo Michele e un Santo Vescovo dalla mitra cuspidata, in cui si suole riconoscere Sant’Eligio. Tra le lacune dei pannelli si intercettano frammenti pittorici appartenenti ad uno strato più antico, ampiamente documentato nel catino dell’abside. Qui Marina Falla Castelfranchi ha individuato un’Ascensione di Cristo accordata alla pura impaginazione bizantina del tema iconografico e databile tra il IX e l’XI secolo. Al Cristo assiso sull’arcobaleno e racchiuso da una mandorla sorretta da quattro angeli si associa infatti il corteo degli apostoli distribuiti in due gruppi simmetrici e intervallati da palmizi. È possibile che al centro fosse raffigurata la Vergine, forse affiancata da due arcangeli e che l’Ascensione fosse associata ad una teoria di santi vescovi disposti nel cilindro dell’abside: è plausibile, infatti, che a questo strato appartengono le due figure di vescovi benedicenti e con il libro in mano che affiorano all’estrema destra dell’emiciclo e una figura di vescovo che affiora tra le lacune del pannello che raffigura un santo monaco, pertinente alla fase medievale più tarda. A uno strato intermedio, poco più tardo ma comunque databile entro il XII secolo, appartengono invece, con ogni probabilità, due santi affiancati, visibili nella lacuna del pannello con il presunto San Vito: il primo a sinistra doveva recare in mano le chiavi e potrebbe dunque essere nuovamente San Pietro, riproposto anche nello strato successivo, mentre il secondo appare in posa benedicente. Sarebbero inoltre da riferire a questa stessa fase una figura di Arcangelo con il globo contrassegnato dalla croce che si distingue quasi al centro, nei pressi del Pantocratore trecentesco, una seconda figura, forse anch’essa di Arcangelo, visibile più a destra insieme a due santi cavalieri. Nei pressi di questi ultimi è un tardo pannello che raffigura San Giacomo e che è datato al 1594 da una iscrizione dipinta.

GALLERY

RILIEVI

BIBLIOGRAFIA
F. A. Belgiorno, Modica, Modica 1990, p. 48.  
M. Belviglio, Contributo per la lettura e la datazione del palinsesto pittorico di San Nicolò Inferiore a Modica, in «Archivum Historicum Mothycense», 15 (2009), pp. 21-29.
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(F. Renda, Prospetto corografico di Modica, Modica, 1869, rist. Bologna 1977, pp. 30-31).
G. Di Stefano, Recenti indagini sugli insediamenti rupestri dell’area ragusana, in La Sicilia rupestre nel contesto delle civiltà mediterranee. Atti del VI Convegno internazionale di studio sulla civiltà rupestre medioevale nel Mezzogiorno d’Italia (Catania-Pantalica-Ispica, 7-12 settembre 1981), a cura di C. D. Fonseca, Galatina, 1986, pp. 251-269
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S. Giglio, Sicilia bizantina. L’architettura religiosa in Sicilia dalla tarda antichità all’anno mille, Acireale-Roma, 2003, pp. 128-130.
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A. Messina, Le chiese rupestri del Val di Noto, Palermo, 1994 (Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici – Monumenti 4), pp. 41-46.
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V. G. Rizzone, A. M. Sammito, Per una definizione dello sviluppo delle chiese rupestri del Val di Noto: articolazione planivolumetrica e relazioni con l’insediamento, in Insediamenti rupestri medievali: l’organizzazione dello spazio nella mappatura dell’abitato. Italia centrale e meridionale. Atti del II Convegno nazionale di Studi (Vasanello, 24-25 ottobre 2009), a cura di E. De Minicis, Spoleto 2011, pp. 147-162: 152-154.
G. Anzalone, S. D’ Amelio, B. Villa, I. Zisa, Tecniche avanzate per il rilevamento e la valorizzazione dei beni culturali. La chiesa rupestre di San Nicolò a Modica (RG), Atti 15a Conferenza Nazionale ASITA – Reggia di Colorno 15-18 novembre 2011    

PITTURA

FotoSoggettoCollocazioneDatazioneSchedaDimensioniIscrizioniRicostruzioni grafiche
Ascensione?
Cristo Pantocratore in mandorla tra quattro angeli
San PaoloL’apostolo presenta le consuete caratteristiche iconografiche: barba appuntita e ampia fronte stempiata   
ApostoloSi distingue solo l’aureola e l’himation marrone che ricopre una tunica azzurra   
ApostoloSi distinguono ampi brani dell’himation rosso che ricopre una tunica azzurra   
ApostoloSi distinguono ampi brani dell’himation ocra     
ApostoloSi distinguono brani dell’himation azzurro   
AApostoloSi distingue parte del volto, l’himation rosso e la tunica azzurra   
SSant’AndreaL’apostolo Andrea presenta come di consueto una folta capigliatura bianca e una barba lunga, anch’essa bianca. Veste una tunica azzurra e un himation rosso   
AApostoloAll’estrema sinistra dell’emiciclo, sullo stesso registro, si coglie il volto di un apostolo dalla capigliatura ondulata e bianca, in atto di contemplare l’apparizione divina     
AApostoloIn apertura alla teoria di apostoli dipinti è una figura posta di tre quarti in atto di stendere il braccio sinistro verso il centro. Il santo veste un himation rosso su una tunica azzurra   
ApostoloAccanto all’apostolo che stende il braccio in un gesto di indicazione o preghiera si distinguono tracce di un altro apostolo che indossa una tunica rossa e un himation chiaro.   
Figura femminileSopra il pannello con il tardo San Pietro e nei pressi dell’apostolo in atto di contemplare l’apparizione divina è una figura di dimensioni minori, forse femminile che sembrerebbe indossare un maphorion rosso scuro.   
Santi All’estrema sinistra si scorgono due santi in abito cerimoniale. Vestono una tunica chiara bordata da un fregio dorato all’orlo.   
San PietroA sinistra del pannello tardomedievale che raffigura San Pietro è un santo canuto, racchiuso entro un pannello con cornice rossa e fondo blu   
VescovoIn corrispondenza del pannello con il santo monaco una lacuna lascia intravedere il volto e parte dell’omophorion a croci nere di un santo vescovo   
VescovoAll’estrema destra dell’emiciclo è un santo vescovo stante, che benedice e reca il libro nella mano sinistra. Il vescovo reca l’omophorion a croci nere sulla tunica rosso chiaro. A destra del volto, imberbe e smagrito, si distinguono tracce dell’iscrizione greca O Aghios(‘O) AΓI(OC)  
VescovoIl vescovo, stante e fontale, benedice con la mano destra e tiene il libro con la mano sinistra, coperta da un lembo del phelonion rosso chiaro, su cui ricade l’omophorion a croci nere   
Santo (Pietro?)In corrispondenza del si invidua una figura che sembra recare le chiavi e che dunque potrebbe essere San Pietro   
VescovoA destra del presumibile san Pietro è un vescovo in posa benedicente, come si evince dalla posizione del braccio e del polso, coperto da un polsino (epimanikion) dorato   
VescovoIl santo posto di tre quarti e rivolto verso sinistra è identificabile con un vescovo: si distinguono infatti tracce dell’omophorion e del ricco phelonion ricamato a orbicoli   
Arcangelo MicheleQuasi al centro della composizione, è un arcangelo che reca nella mano destra il globo contrassegnato da una croce, probabilmente l’arcangelo Michele   
Arcangelo (Gabriele?) A destra del Pantocratore trecentesco, nel registro inferiore in basso si distingue una seconda figura alata con il braccio destro levato a reggere l’asta del labaro, di cui si distingue un frammento   
Santo cavaliere Si distingue la parte anteriore di un cavallo bianco   
Santo cavaliereSi distingue un cavaliere con il mantello spiegato dietro le spalle con il braccio destro levato, probabilmente nell’atto di trafiggere il drago   
Cristo in mandorla tra quattro angeliIl Cristo entro la mandorla retta da quattro angeli veste un manto rosso e una tunica azzurra e reca il libro aperto con l’iscrizione latina incisa. I caratteri stilistici suggeriscono una datazione non anteriore agli inizi del XIV secoloIX XC Nel libro: EGO SUM UX MUND/I QUI SEQUITUR ME N(ON AMBULAT IN TENEBRIS)  
 PietroIl santo reca un phelonion rossoS(anctus) PETRU(S)  
 Santo (Vito?)Il santo imberbe ha corti capelli, una tunica marrone. A destra distungue l’iscrizione latina DELLIBERS(anctus) DELL/IBER  
 Santo monaco (Antonio Abate?)Santo con barba bianca, veste marrone e cappuccio. Forse Antonio Abate   
 Madonna col BambinoLa Madonna veste un maphorion rosso scuro(MP) ƟY  
 Arcangelo MicheleL’arcangelo indossa una veste rossa, attraversata dal loros. Reca il globo crucigero e la bilancia per la pesatura delle animeS (ANCTUS) MICA (EL)  
 Santo VescovoIl santo indossa un phelonion rosso, l’omophorion con croci risolte in elementi decorativi, una mitra cuspidata e un baculo con terminazione zoomorfa. Si tratta di un vescovo latino (Eligio?)SANCTUS  
San Giacomo interciso Il pannello con il santo giovane e imberbe risale al 1594 come attesta la data dipinta. L’iscrizione “IACOPO” chiarisce che si tratta di San Giacomo in atto di essere martirizzatoSANTU IACUPU IN TRANCIS (aureola)  

FOTO STORICHE

SOGGETTOCOLLOCAZIONEINVENTARIOFORMATODATA SCATTOFOTO

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